Imbracature per soccorritori e come scegliere quella giusta
In uno scenario con rischio di caduta dall’alto o di scivolamento è necessario usare un sistema di protezione contro le cadute dall’alto che comprenda le imbracature per soccorritori.
Le imbracature per soccorritori sono uno degli elementi di un sistema anticaduta composto da tre elementi principali:
- una presa del corpo (imbracatura);
- un punto di ancoraggio;
- un collegamento tra ancoraggio e presa del corpo;
I tre elementi si devono combinare in maniera armonica e ciascuno di essi deve essere ben valutato in funzione del tipo di protezione necessaria.
In questo articolo ci occuperemo esclusivamente del primo elemento, l’imbracatura.
Gli altri due elementi li vedremo in articoli successivi.
Le imbracatura per soccorritori anticaduta sono Dispositivi di Protezione Individuale di 3^ categoria.
Per le definizioni delle categorie dei DPI vi rimando all’articolo “DPI per il Soccorritore”
L’imbracatura anticaduta è un dispositivo composto da elementi tessili, plastici e metallici che serve per trattenere l’operatore all’interno di un perimetro sicuro e per contribuire ad arrestare una caduta dall’alto e sostenerlo fino all’arrivo dei soccorsi.
In alcuni casi è chiamata volgarmente “cintura anticaduta” o “cintura di sicurezza”.
Vi invito invece ad utilizzare il termine corretto: imbracatura o imbraco (o anche imbragatura o imbrago, con la “g”, ugualmente corretto).
La norma tecnica di base da cui vengono sviluppate tutte le imbracature per soccorritori e per il lavoro è la EN 361.
La norma in questione prevede un dispositivo che avvolga il torso dell’operatore, sia nella parte bassa che alta, e abbia almeno un attacco, che può essere sternale o dorsale, per il collegamento all’ancoraggio.
Da questo modello base nascono poi imbrachi più complessi, con elementi per il posizionamento e la progressione su fune, che vedremo più avanti.
Nella scelta dell’imbracatura si deve tenere conto della taglia dell’operatore: imbrachi a taglia unica di solito non vanno bene nè per persona con corporatura esile né per quelli con corporatura robusta.
Una volta indossata deve essere comoda, ergonomica, non limitare i movimenti.
Devono essere presenti diversi punti di regolazione per poterlo adattare al proprio corpo.
Potrebbe avere degli elementi di aggancio/sgancio rapido al petto e ai cosciali, per poterlo indossare più facilmente.
L’attacco per il collegamento all’ancoraggio può essere sternale o dorsale: il primo deve essere posizionato appunto all’altezza dello sterno e il secondo tra le scapole.
Una posizione non corretta, troppo alta o troppo bassa, potrebbe avere gravi conseguenze in caso di caduta, soprattutto per l’attacco anteriore.
Se ad esempio mi trovo l’attacco sternale all’altezza dell’ombelico, in caso di caduta mi troverò con il corpo piegato in due in maniera innaturale.
Se fosse invece troppo alto, rischio che nella caduta mi urti contro il viso.
I punti di attacco per il collegamento all’ancoraggio devono essere chiaramente identificati da una lettera A maiuscola.
L’attacco sternale può essere composto da due parti che devono essere unite assieme.
In questo caso la marcatura sarà A/2
Ogni altro tipo di anello, fettuccia, attacco, fibbia, cinghia è destinato ad a altre cose e non deve assolutamente essere usato per il collegamento all’ancoraggio.
Naturalmente prima di usarlo è bene leggere attentamente il manuale del produttore.
A seconda del tipo di attività che il soccorritore deve svolgere dovrà utilizzare l’imbracatura più adatta tra tutte quelle sul mercato.
Nella scelta pertanto di dovrà tenere conto di :
- Valutazione del rischio;
- Libertà di movimento: attenzione a non sottodimensionare ma neanche a sovradimensionare il DPI. E’ inutile utilizzare un imbraco da SAF dei VVF per lavorare su un argine o su una PLE. Creerebbe solo fastidio e potrebbe addirittura aumentare il rischio di infortunio.
- Interazione con altri DPI e attrezzature (autorespiratori, indumenti alta visibilità, salvagenti gonfiabili, indumenti antifiamma)
Senza entrare troppo nel dettaglio, che è compito di ogni singola organizzazione, valuterei la scelta in base a tre macrocategorie
- Compiti di Protezione civile: rischio idraulico ed idrogeologico, utilizzo di PLE, allestimento campi si sostegno alla popolazione, telecomunicazioni
- Soccorso sanitario in ambienti montani, impervi e ipogei: CNSAS, SMTS della Croce Rossa, SAGF della Guardia di Finanza,
- Soccorso tecnico in ambiente ostile, impervio, in ambiente confinato : SAF del VVF, Gruppi USAR, soccorritori industriali.
Imbracature per soccorritori di Protezione Civile
Per quanto riguarda l’utilizzo dei sistemi anticaduta in ambito idraulico ed idrogeologico vi rimando all’articolo di Roberto Guerra con un eccellente studio su questo aspetto: “Scenari Rischio Idraulico e condizioni atmosferiche avverse”.
Le imbracature da preferire per questi utilizzi sono imbracature leggere, con i soli attacchi dorsali e/o sternali, di buona fattura, che non impediscano i movimenti del corpo.
Alcuni esempi

Potrà essere eventualmente corredata di una cintura di posizionamento, nel caso in cui, oltre al sistema anticaduta, sia necessario avere un ausilio per bloccarsi in una determinata posizione e lavorare a mani libere, ad esempio su una scala o su un traliccio
Per l’utilizzo corretto di un sistema di posizionamento vi rimando a questo breve video sul Trimmer
Soccorso sanitario in ambienti montani, impervi e ipogei.
Un compito normalmente svolto dal CNSAS, dalla componente SAGF della Guardia di Finanza, dai gruppi SMTS della CRI, da corpi specializzati dell Esercito.
In questi casi, le imbracature per soccorritori si avvicinano molto a quelle per uso sportivo alpinistico, perlomeno nella parte inferiore.
Essendo utilizzate anche per la sospensione, sia da un verricello dell’elicottero che appesi in parete, oltre all’attacco superiore anticaduta è presente anche un attacco nella parte ventrale, che serve per agganciare sistemi di progressione, di posizionamento o di regolazione della fune.
Hanno un supporto lombare con gli anelli portamateriali e cosciali adatti per una breve sospensione
Naturalmente, salvo speciali deroghe dovute al tipo di intervento, deve sempre essere presente un collegamento ad un ancoraggio adeguato tramite anello sternale o dorsale.
Alcuni esempi tra le imbracature per soccorritori i più utilizzate:
Soccorso tecnico in ambiente ostile, impervio, in ambiente confinato.
Sono imbrachi complessi, simili a quelli utilizzati dai lavoratori su fune, destinati ad essere utilizzati per soccorso tecnico urbano, in spazi confinati, in ambiente ostile ed impervio.
Pertanto usati normalmente dai gruppi SAF dei VVF, dai gruppi USAR, dai soccorritori industriali.
Oltre agli attacchi sternale e dorsale, hanno sempre anche l’anello ventrale e una cintura di supporto lombare incorporata, con due attacchi laterali per il posizionamento.
Sono imbrachi progettati per rimanere appesi per molto tempo, pertanto molto comodi quando si lavora in sospensione ma generalmente scomodi da indossare quando si lavora con i piedi a terra.
Alcuni esempi di imbracature da sospensione e lavoro su fune:

Interazione delle imbracature per soccorritori con altri DPI e attrezzature.
Occorre prestare particolare attenzione se l’imbracatura deve essere utilizzata con altri DPI e attrezzature come autorespiratori, salvagenti gonfiabili, indumenti di protezione.
Innanzitutto si deve considerare che l’imbraco deve essere libero di intervenire nella maniera corretta in caso di caduta.
Se lo indosso ad esempio sotto ad un giaccone antifiamma, potrebbe succedere che la struttura del giaccone gli impedisca di posizionare correttamente l’operatore dopo una caduta.
Nel caso di lavoro su argini è bene indossare anche un salvagente autogonfiabile. Normalmente i due DPI non interferiscono tra di loro
Attenzione anche ad indossarlo sopra agli indumenti alta visibilità.
Da normativa EN 2047, per tali indumenti vediamo che e bande rifrangenti non devono essere interrotte per più di 5 cm.
Anche la superficie di tessuto alta visibilità non deve essere coperta per più di una certa percentuale.
Esistono alcune imbracature per soccorritori studiate appositamente per essere indossate sotto agli autorespiratori, come la HHO di Kong, che ha un prolungamento certificato dell’anello dorsale che permette di lasciarlo esposto durante l’utilizzo con SCBA.
Obblighi per il soccorritore.
Essendo l’imbracatura un DPI di 3^ categoria, anche il soccorritore volontario è soggetto agli obblighi di formazione ed addestramento specifico sul prodotto, erogata da personale competente.
E’ inoltre necessaria almeno un’ispezione annuale, come per tutti i DPi in questa categoria. Per individuare i soggetti adatti all’ispezione bisogna sempre fare riferimento al manuale del produttore.
Riguardo alla scelta dei Dpi per i soccorritori e i relativi obblighi vi rimando all’articolo “Scegliere i DPI per Soccorritori”.
Durata e Scadenza
Le imbracature per soccorritori hanno sempre una scadenza che deve essere indicata dal produttore sia sul manuale che sull’etichetta apposta sul DPI.
Normalmente è di 10 anni dalla data di produzione.
Naturalmente ogni attività e ogni organizzazione ha una storia diversa e pertanto questo articolo non potrà sicuramente essere completamente esaustivo in merito a tutte le casistiche possibili.